Agenzia Immobiliare IL GOLFO

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ESISTONO MOLTE CASE PER VIVERE, MA A NOI PIACE COSTRUIRE CASE DA VIVERE! --->6-INVOLUCRO EDILIZIO ED ISOLAMENTO TERMICO

-ABITARE OGGI-
L'Immobiliare Il Golfo è lieto di mettere a vostra disposizione un opuscolo che le seguenti argomentazioni:
0-INTRODUZIONE
1- LA SCELTA DELLA CASA
2- SISMICA DEGLI EDIFICI
3-INQUINAMENTO ACUSTICO 
4- INQUINAMENTO LUMINOSO
5-INQUINAMENTO DELL'ARIA NEGLI AMBIENTI 
6-INVOLUCRO EDILIZIO ED ISOLAMENTO TERMICO
7-ISOLAMENTO ACUSTICO
8-FOTOVOLTAICO
9-DOMITICA
10-CONSIDERAZIONI E VALUTAZIONI
11-CONCLUSIONI

nella speranza di potervi aiutare a comprendere l'importanza di molti fattori a volte sconosciuti per chi non adopera nel settore immobiliare.

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6-INVOLUCRO EDILIZIO ED ISOLAMENTO TERMICO

 

 

L'utilizzo del termine involucro riferito all’edilizia è piuttosto recente e nasce come evoluzione del concetto di chiusura, che identificava, come unità distinte tra loro, i tamponamenti esterni (orizzontali, verticali, opachi, trasparenti ecc.). Nel costruire contemporaneo l’involucro edilizio, che identifica l’intero sistema di chiusura esterno, è articolato in diversi strati funzionali e materiali ed è sempre più spesso indagato nelle sue relazioni con il sistema strutturale e quello impiantistico.

La progettazione delle strutture opache e trasparenti che formano e definiscono l’involucro va fatta accuratamente, con particolare attenzione alla scelta dei materiali, in quanto le loro caratteristiche, la loro collocazione ha un’incidenza dal punto di vista energetico. Bisogna pensare l’edificio come una “scatola chiusa ma non sigillata” che deve mantenere all’interno sempre la stessa temperatura di confort facendosi condizionare il meno possibile dalle differenza di temperatura che ci sono all’esterno. Per isolamento termico di un edificio si intende il ricorso a soluzioni tecnologiche e costruttive tali da ridurre le perdite di calore verso l’esterno durante l’inverno e l’ingresso del calore in casa durante l’estate. Questo è fattibile solo isolando più possibile la scatola in modo da evitare perdite. Una casa isolata ha dispersioni termiche ridotte e di conseguenza anche le bollette per il riscaldamento e il condizionamento. I consumi energetici degli edifici si possono ridurre fino al 70-80% isolando le pareti esterne dell’edificio e le coperture. Nei condomini anni ’70-80 gli elementi più disperdenti sono le pareti le quali disperde circa il 45-50% del calore. La casa è il luogo dove in assoluto si cercano le miglior condizioni di soggiorno. Un buon isolamento termico dell’edificio permette di mantenere una temperatura interna il più possibile costante e omogenea e garantire all’interno degli ambienti condizioni di benessere, impedendo al calore di disperdersi verso l’esterno durante l’invero o di entrare durante l’estate. Soluzioni costruttive corrette per la coibentazione delle pareti, coperture e solai permettono di evitare fenomeni di condensa e muffa sulle strutture che potrebbero dare luogo a vere e proprie malattie.

Riscaldare una casa poco efficiente può costaredieci volte tanto una casa di classe A. Nelle aree alpina e padana, per un’abitazione di 120 mq di classe A si risparmiano 1600 euro l’anno sulla classe G, mentre nelle zone peninsulari e insulari la convenienza è di 1296 euro e 976 euro. A incidere maggiormente sulla classificazione è l’isolamento termico. Sono queste le principali evidenze del nuovo studio di SosTariffe.it. L’analisi ha rilevato che per una tipica abitazione italiana si risparmiano tra i 1000 e i 1600 euro l’anno sulle spese di riscaldamento rispetto a un’abitazione poco efficiente di pari metratura. La tabella riassume la spesa necessaria per riscaldare una casa indipendente di 120 metri quadri di una data classe energetica in varie aree climatiche:

 

Si può facilmente calcolare che una casa inefficiente può portare ad maggiorazione sul riscaldamento di 20 mila euro in 10 anni. Un fattore da tenere in grande considerazione al momento di acquistare o affittare un immobile.

Come possiamo notare dall’immagine sopra i consumi di una casa in classe A non sono nemmeno paragonabili ai consumi delle case esistenti in classe D-E-F. Quello che si spende a vivere un anno in una casa in classe F basterebbero per vivere più di 5 anni in una casa in classe A.

Il 31% del fabbisogno nazionale di energia elettrica e il 44% di energia termica (combustibili) vengono utilizzati in ambito residenziale, in uffici e aree commerciali. Buona parte di queste fonti energetiche sono destinate alla climatizzazione dei locali (riscaldamento invernale e raffrescamento estivo). Altra voce importante è quella degli elettrodomestici e degli apparati elettrici ed elettronici come tv radio, computer ecc.
L'illuminazione rappresenta una piccola quota, pari a circa il 2%, equivalente però al 15% dei costi dell'energia elettrica mediamente consumata in interni civili. Quindi, rispetto al totale di energia finale consumato in casa, soltanto il 2% serve all'illuminazione, il 5% a cucinare e per gli elettrodomestici, il 15% per il rifornimento di acqua calda e il 78% per il riscaldamento.  In presenza poi di un impianto di raffrescamento/condizionamento estivo si deve aggiungere un buon 25% in più di consumi energetici. Attualmente in Italia il fabbisogno energetico negli edifici è quantificabile mediamente in 200 kWh/m²/anno e dal momento che come già detto, buona parte di questa energia è termica (riscaldamento locali e acqua calda) significa che  viene persa attraverso dispersioni termiche verso l'ambiente. Per capire la situazione italiana basta confrontare i consumi energetici degli edifici in Italia, Svezia e Germania. In Svezia lo standard per l’isolamento termico degli edifici non autorizza perdite di calore superiori a 60 kWh al metro quadro all’anno. In Germania le perdite sono mediamente di 150 kWh al metro quadro all’anno. In Italia si raggiungono punte di 500 kWh/m2/anno. Se il nostro paese si allineasse agli standard svedesi il riscaldamento degli ambienti scenderebbe dal 30 al 7% degli attuali consumi energetici. Se ci limitassimo ai  livelli tedeschi si ridurrebbe a circa il 14%. Da notare che la Germania e ancor più la Svezia sono molto più a nord, con temperature invernali più basse e consumi più elevati e, quindi, le stime del 7% e del 14 % sarebbero più basse.

 

 

 

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