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ESISTONO MOLTE CASE PER VIVERE, MA A NOI PIACE COSTRUIRE CASE DA VIVERE! ---> 2-SISMICA DEGLI EDIFICI

-ABITARE OGGI-
L'Immobiliare Il Golfo è lieto di mettere a vostra disposizione un opuscolo che le seguenti argomentazioni:
0-INTRODUZIONE
1- LA SCELTA DELLA CASA
2- SISMICA DEGLI EDIFICI
3-INQUINAMENTO ACUSTICO 
4- INQUINAMENTO LUMINOSO
5-INQUINAMENTO DELL'ARIA NEGLI AMBIENTI 
6-INVOLUCRO EDILIZIO ED ISOLAMENTO TERMICO
7-ISOLAMENTO ACUSTICO
8-FOTOVOLTAICO
9-DOMITICA
10-CONSIDERAZIONI E VALUTAZIONI
11-CONCLUSIONI

nella speranza di potervi aiutare a comprendere l'importanza di molti fattori a volte sconosciuti per chi non adopera nel settore immobiliare.

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2-SISMICA DEGLI EDIFICI

Nella valutazione di un investimento immobiliare sono molteplici i fattori da considerare per essere sicuri di aver fatto la scelta giusta. Di seguito cercheremo di parlare di alcuni aspetti che oggi non possiamo assolutamente sottovalutare:

  • Sismica degli edifici
  • Inquinamento acustico
  • Inquinamento luminoso
  • Inquinamento dell’aria negli ambienti
  • Involucro edilizio ed isolamento termico
  • Isolamento acustico
  • Fotovoltaico
  • Domotica


In questa News parleremo della SISMICA DEGLI EDIFICI

Oggi è sotto gli occhi di tutti e la cronaca periodicamente ci riporta notizie drammatiche di eventi sismici che stanno distruggendo le nostre città e la nostra sicurezza nel luogo dove la tranquillità di vivere dovrebbe essere garantita “la casa” . Oggi la terra continua a tremare e non si può trascurare l’importanza degli effetti sismici nella progettazione di nuovi edifici.

Fino alla fine degli anni 60’ il calcestruzzo, materiale che insieme all’acciaio formano la struttura portante dell’edificio, è stato miscelato in maniera “artigianale”, senza regole fisse. Direttore dei lavori ed imprese preparavano il calcestruzzo secondo la loro esperienza maturata sul campo. Tanto che, dicono gli esperti, quelle miscele oggi andrebbero verificate per essere certi della qualità dei composti. Un’impressione confermata dalle norme tecniche del 2008, che accantonano di fatto la produzione in cantiere e fanno del calcestruzzo industriale certificato, l’unico utilizzabile per tutte le opere.

Il calcestruzzo è una miscela di quattro elementi: cemento, acqua, additivi e inerti, solitamente sassi o sabbia. Questi elementi vengono miscelati di volta in volta in modo diverso ed il risultato non è sempre lo stesso. Negli anni la qualità dei prodotti è notevolmente migliorata, oggi possiamo raggiungere  resistenze impensabili anche solo 10 anni fa; inoltre i calcestruzzo più vecchi, quelli del dopoguerra, venivano prodotti con cementi spesso poco controllati.

La classificazione dei calcestruzzi avviene in base a quattro parametri: resistenza, lavorabilità, diametro degli inerti ed esposizione ambientale.
Proprio quest’ultimo è il fattore più importante.
Al momento dell’utilizzo del calcestruzzo è necessario avere attentamente considerato il luogo nel quale dovrà essere utilizzato. Una struttura che viene costruita nelle vicinanze del mare, ad esempio, dovrà avere una particolare resistenza agli agenti esterni ed una grande impermeabilità. L’altro parametro decisivo è la resistenza, che principalmente viene regolata attraverso la combinazione di acqua e cemento.

Nel mondo dei calcestruzzi la rivoluzione è avvenuta alla fine degli anni 60’, quando hanno cominciato a diffondersi i prodotti preconfezionati, non più miscelati in cantiere ma in grandi impianti di betonaggio e poi portati sul luogo del lavoro. La standardizzazione dei processi ha reso più sicuro e più diffuso il calcestruzzo. Nel decennio fra il 1972 ed il 1981, dicono i dati Cresme, gli edifici con il calcestruzzo armato come struttura portante erano il 39% del totale, contro il 30% del decennio precedente. Negli anni 90’ sono diventati esattamente la metà.
Tutto quello che è stato fatto prima del 1970, quindi, non ha la stessa qualità di oggi?
“ Non necessariamente, anche allora si poteva lavorare a regola d’arte ottenendo un buon livello di sicurezza, così come oggi possono esservi produttori industriali che lavorano male” risponde Luca De Vizio, direttore Atecap (Associazione dei produttori di calcestruzzo preconfezionato).
Comunque la qualità media si è alzata, come conferma Livio Pascali , presidente della Commissione Tecnologica di Atecap” Quando il calcestruzzo veniva fatto in cantiere, il direttore dei lavori aveva anche il compito di controllare che l’operaio  addetto a preparare il composto avesse le capacità per farlo. Questo dava risultati discontinui: per capire come sono state fatte quelle miscele ci vorrebbero delle verifiche”.
Fino a 15 anni da il calcestruzzo “artigianale” era ancora molto diffuso: si poteva trovare in 1 cantiere su 5. Oggi al massimo nel 2/3% dei casi. Anche perché a partire dalle ultime norme tecniche del 2008, per ora solo gli edifici  pubblici, è diventato obbligatorio dotarsi di un calcestruzzo "marchiato" con il certificato Fpc (Factory production control). Marchiatura che rende essenziali i grandi impianti di tipo industriale e garantisce una produzione effettuata con criteri corretti, o almeno dovrebbe, visto che il sistema dei controlli è ancora da oliare.

Le vecchie costruzioni in pietra, come quelle dei paesi distrutti dal terremoto, sono “meno pericolose dei condomini degli anni 60-70-80 costruiti quando non c’era sensibilità anti-sismica, roba di pessima qualità“. A dirlo è il presidente di ANCE Umbria Massimo Calzoni uno dei protagonisti della ricostruzione di Norcia dopo il sisma del 1979, considerata oggi un modello.In Italia – continua Calzoni – abbiamo quasi l’80% di abitazioni non adeguate, ma siamo un paese sismicamente attivo e dobbiamo cominciare a conviverci come fa il Giappone. Serve un approccio strutturale per mettere in sicurezza il territorio. Con i privati si può ragionare sulla fiscalità, sul credito di imposta, riflettere poi sull’adozione di assicurazioni anti-calamità. Ma bisogna fare qualcosa di strutturale, è impossibile che ogni volta ci sia una strage“.

Fonte:

http://www.astrogeo.va.it/sismi/ligu01.htm

 

 

 

 

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